Green Pass al via. Scioperi spontanei in alcuni porti. Difficoltà per la logistica.

di redazione 15/10/2021 ECONOMIA E WELFARE
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Da oggi si lavora solo potendo esibire il green pass. Senza la certificazione verde, quindi, i lavoratori non potranno entrare in ufficio, in fabbrica o svolgere la propria attività, e verranno considerati assenti ingiustificati e privati dello stipendio, ma senza alcuna sospensione. C'è allerta per il blocco annunciato del porto di Trieste. Il prefetto avverte: 'Sciopero non autorizzato, partecipare è reato'. L'Autorità di garanzia chiede la revoca. Ma per i promotori la mobilitazione è legittima: 'Pronti a discutere solo se il governo fa slittare il pass al 30 ottobre'. Intanto, alla vigilia dell'entrata in vigore dell'obbligo mai così tanti green pass scaricati da tre mesi: sono stati 860.094, secondo il portale del Governo. Il giorno prima, mercoledì 13 ottobre, erano stati circa 560 mila.

Aumentano i green pass scaricati dopo la vaccinazione, 223.165 (il giorno prima erano 188.924) ma soprattutto quelli post-tampone, ben 632.802, contro i 360.415 di mercoledi'.  Trieste Sono già circa un migliaio le persone raggruppate davanti al Varco 4 del Porto di Trieste, luogo di ritrovo della manifestazione annunciata dal Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste. Non si tratta solo di portuali, molti riconoscibili dai giubbotti gialli, ma anche di tanti che non operano nello scalo. L'accesso fino a questo momento è stato consentito ma i camion che arrivano, magari da oltre confine, si scoraggiano per la folla e tornano indietro.  Gli organizzatori ribadiscono che "non ci sarà nessun blocco", e che "chi vuole andare a lavorare andrà a lavorare". "Ottocento lavoratori sono fuori e un centinaio dentro, di fatto il porto oggi non sta funzionando". Lo dice Stefano Puzzer, il leader del sindacato autonomo che ha organizzato la manifestazione no green pass al porto di Trieste.

"Il Porto di Trieste è in funzione. Lo è in questo momento e spero che lo sia anche nei prossimi giorni", rassicura invece il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni. "Ovviamente in alcuni passaggi ci saranno difficoltà e ranghi ridotti, ma funziona. Ho chiesto di tenere bassa la temperatura evitando scontri frontali per non danneggiare l'economia di un Paese, dato che danneggiare l'attività del Porto di Trieste significa danneggiare un grande numero di aziende che lavorano nell'indotto" Insieme ai portuali di Trieste ci sono anche operai che arrivano dal nord Italia, alcuni dal Veneto, Padova, dal Friuli, anche da Milano, spiegano gli organizzatori del presidio, secondo cui ci sono anche persone vaccinate che però protestano contro il green pass. Il no al blocco era già stato deciso ieri sera. Il Coordinamento dei lavoratori del porto di Trieste voleva la più grande manifestazione possibile contro il Green pass, ma non tutte le sigle del porto hanno seguito questa linea, e anche all'interno del Clpt le posizioni non sarebbero unitarie, cosìal termine di una giornata difficile, in serata era arrivata la precisazione - confermata oggi - dei portavoce del Coordinamento: il blocco non ci sarà e alle banchine potrà accedere chi vorrà. Nei giorni scorsi il sindacato autonomo aveva respinto la mediazione proposta dal governo di tamponi gratis pagati dalle aziende per chi non ha il certificato verde. Quello di Trieste è il settimo porto in Europa per movimentazione totale di merci e il primo in Italia con 62 milioni di tonnellate. Secondo il Clpt, sindacato di base che rappresenta un terzo dei 950 addetti dello scalo, su 950 lavoratori circa il 40 per cento non ha il Green Pass. La Commissione di Garanzia degli scioperi ha giudicato "illegittimo" lo sciopero e, in quanto tale, il prefetto Valerio Valerio ha detto che configura un reato a carico di chi partecipa. 

Genova Un presidio di lavoratori sta bloccando le operazioni portuali al varco Etiopia, nel porto di Genova. Al momento l'operatività dello scalo è nulla. Una lunga coda di Tir provenienti per la maggior parte dall'Italia del Nord è bloccato in coda. Al momento nessuna tensione particolare ma molto malumore dei camionisti in viaggio dalla notte. "Io devo scaricare, devo poter lavorare. Ho fatto il vaccino per avere il green pass perché devo lavorare. Ma oggi la vedo davvero dura poter scaricare". Marco ha 50 anni è alla guida di un autotreno con il rimorchio lungo 10 metri.  E' partito alle 3,30 di stamani da Cuneo e da un'ora è fermo al varco Etiopia del porto di Genova bloccato dai no green pass. "Cambiare varco? Non ci penso proprio - ha detto- magari mi fanno entrare e poi non esco più. A me la politica non interessa, io devo lavorare. E quando il mio capo ha detto vaccinati io l'ho fatto per poter lavorare. Non c'è altro da dire". La protesta dei lavoratori portuali ha l'appoggio dell'Usb che, tuttavia, per ragioni sindacali, non ha potuto proclamare lo sciopero per oggi, rimandandolo al 25 e 26 ottobre. Per prendere inequivocabilmente distanza dai fatti di Roma, davanti al varco Etiopia è stato srotolato lo striscione: "No green pass, no fascisti". Nel porto di Genova risultano operativi tra gli altri i varchi Albertazzi della Sech, il Vte di Psa, il varco di San Benigno.  Il coordinamento lavoratori portuali Genova sta diffondendo un volantino che reca lo slogan 'No green pass' 'No dittatura' e invita a non entrare nello scalo.  Venezia I lavoratori dello scalo marittimo lagunare si sono tutti presentati al lavoro. "E' una giornata normale - conferma all'ANSA Mauro Piazza, presidente della Nuova compagnia dei lavoratori portuali di Venezia - da noi non ci sono scioperi né blocchi ai varchi di ingresso". Dei 180 lavoratori che operano nello scalo marittimo (120 dipendenti, 30 portuali di Chioggia e 30 esterni) tutti, con una sola eccezione, sono regolarmente in servizio.  Situazione sotto controllo anche alla Fincantieri di Marghera.

All'appello di inizio turno delle 6 e delle 8 sono stati pochissimi i lavoratori che non si sono presentati perchè privi della carta verde. Qualche problema tra i lavoratori stranieri, soprattutto bengalesi, senza green pass o con documenti di vaccinazione non riconosciuti dall'Italia.  È invece in corso dalle prime ore di stamani uno sciopero allo stabilimento della San Benedetto di Scorzè (Venezia). Alle8 erano oltre un centinaio i lavoratori in presidio fuori dai cancelli di viale Kennedy. Il sindacato di base Usb prevede che nell'arco dellagiornata potrebbero essere quasi 200 i lavoratori che si asterranno dal lavoro, un 20% del totale, considerando che lo stabilimento conta circa un migliaio di dipendenti. La protesta, fa sapere un portavoce del sindacato di base, proseguirà ad oltranza fino a venerdì prossimo. Secondo lastessa Usb  oltre ai dipendenti senza Green pass, la protesta coinvolge, in segno di solidarietà anche lavoratori "che possono esibire la certificazione verde, ma non condividono la disposizione governativa". Napoli Non si segnalano, al momento, problemi relativi all'introduzione dell'obbligo di Green pass al porto di Napoli. Situazione sotto controllo in uno scalo dove, come confermano le sigle di categoria, "la grande maggioranza dei lavoratori è vaccinata".

Al momento nessun disagio e nessuna protesta. Gioia Tauro Nessun blocco o problema particolare al porto di Gioia Tauro, il più grande scalo di import ed export italiano. Tra il primo turno, scattato all'una e terminato alle 7 di stamane, e il secondo iniziato alle 7 e che si concluderà alle 13, si contano una sessantina di lavoratori su 280 totali che non si sono presentati perché sprovvisti del certificato verde.  Al momento, da quanto riferito dai portuali, non sarebbero ancora disponibili i tamponi gratuiti messi a disposizione dalla Med Center Container terminal, probabilmente per problemi legati all'organizzazione del servizio. Alle 10 è previsto un sit-in davanti al gate portuale, di adesione allo sciopero "No green pass" per chiedere al Governo di ritirare l'obbligo del certificato verde, con la presenza di un legale. La situazione è al momento tranquilla anche se il gate portuale è comunque presidiato da Carabinieri e Polizia di Stato. 

 Al porto di Messina non si registrano forti criticità sul fronte della protesta relativa contro il Green pass, la maggior parte dei lavoratori sono marittimi quasi tutti risultano vaccinati oppure hanno fatto regolarmente il tampone e sono quindi in possesso del documento verde che permette di recarsi al lavoro senza problemi. "Non abbiamo grossi disagi al porto di Messina perche' l'80- 85 per cento dei lavoratori sono vaccinati e quindi non ci sono forti difficoltà", dice  Lillo D'Amico della Filt Cisl. Torino "Solo in questo Paese bisogna pagare per lavorare, sono qui da trentadue anni e stamattina non posso entrare perché non sono vaccinato, ci stanno privando della libertà". A parlare è un operaio della Fiat Avio di Rivalta Torinese, che stamattina all'alba, insieme a un centinaio di persone, si è ritrovato dinanzi alla porta 10 dello stabilimento aerospaziale. Accanto a lui Roberto, impiegato in un'azienda alimentare del territorio, che si è unito alla protesta. "Ho tre figli e ho bisogno di lavorare, ma non cederò al vaccino o al tampone, veri e propri ricatti". Contrario al tampone anche Enrico "mettano quelli salivari, non voglio rovinarmi il naso. Oggi non possiamo entrare perché siamo senza green pass.

L'azienda ha segnalato la nostra assenza, il posto non lo rischiamo ma non siamo pagati". Altri presidi - fanno sapere i sindacati - sono stati annunciati alla Pirelli di Settimo Torinese e alla Iveco di via Puglia. "Essere qui alle sei del mattino e' un successo, purtroppo ci sono varie rappresentanze sindacali che non stanno tutelando i lavoratori" ha detto Marco Liccione, leader del movimento no green pass "Variante Torinese". I manifestanti hanno affisso un manifesto riportante la scritta "Il lavoro è un diritto, tamponi gratis", ribadendo la loro volontà di non vaccinarsi contro il Covid-19. "Qui in mezzo a noi ci sono anche dei vaccinati - aggiunge Liccione - ma non crediamo più a questo Governo. I cittadini sono esasperati, la violenza non è mai giustificata ma non ne possiamo davvero più. Hanno toccato le fondamenta, l'articolo 1 della Costituzione, dimenticando che la gente sopravvive con il lavoro". 

Sciopero all'Electrolux di Susegana  La rappresentanza sindacale interna dello stabilimento di Susegana (Treviso) di Electroluxha risposto con uno sciopero stamane all'avvio dell'obbligatorietà del green pass per i lavoratori. La quota dei non vaccinati tra i 1.100 dipendenti diretti nell'impianto, è del 20%. L'adesione allo sciopero, nel primo turno, iniziato alle 5, riferisce la stessa Rsu, è stata tale da consentire l'attivazione di una sola linea di produzione sulle 4 totali. Fra i partecipanti alla protesta vi sarebbe una parte consistente dei 250 dipendenti con contratto a termine. 

Taranto Sembra essere partita senza grossi problemi la prima giornata dell'obbligatorietà del Green Pass all'ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d'Italia, tra le fabbriche più grandi d'Italia. Fino a ieri sera, hanno detto i delegati sindacali che stamattina erano davanti al siderurgico, i diretti ex Ilva senza Green Pass erano circa 1050 su 8200 di organico erano, mentre nell'indotto-appalto un migliaio ancora gli sprovvisti su una forza complessiva di circa 3500. Non si sono verificati grandi disagi alla portineria D, la più grande dello stabilimento siderurgico. Ma c'è anche da considerare che attualmente è in corso la cassa integrazione per un numero massimo di 3500 unità e che il venerdì e' anche un giorno con meno personale al lavoro.

I dipendenti ex Ilva che hanno comunicato nei giorni scorsi all'azienda il possesso del Green Pass e fatto caricare quest'ultimo sul badge aziendale di accesso, hanno superato i tornelli delle portinerie senza alcun problema. Chi doveva mostrare la certificazione o la prova dell'avvenuto tampone era in fila. I delegati sindacali hanno chiesto già stamattina che quest'ultimo accesso sia migliorato e snellito per evitare che chi ha il tampone negativo, arrivi in ritardo sul proprio impianto o reparto a causa della fila e dei controlli. Altra richiesta fatta dei delegati all'azienda  e' quella di prevedere un maggior numero di farmacie convenzionate con l'ex Ilva - che si è fatta carico dei costi - per l'esecuzione dei tamponi ai dipendenti diretti dell'acciaieria. Attualmente è convenzionata solo una farmacia del rione Tamburi di Taranto.  


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